tratto da [natura morta]
Il cinema e la letteratura sono le due grandi passioni di Francesco Cortonesi, come si può intuire dalla scansione precisa, frutto di un’oculata regia, delle scene e dei tempi... [CONTINUA]
Appena alzato, accendo il PC e controllo immediatamente il valore delle mie azioni. Vista la situazione non c’è alcuna possibilità che scendano chissà quanto. Soltanto le Wiston possono perdere qualcosa di rilevante.
Mentre la pagina si aggiorna, sento mia moglie uscire dal bagno. Si è alzata presto.
Non era ancora giorno. Credo non abbia dormito.
Dovrebbe fare qualcosa per la sua insonnia.
Compare sul monitor la pagina e i dati delle azioni s’ illuminano.
Wiston comprese.
Comincia bene la mattina. Ancora due giorni di questo trend e posso iniziare a vendere. Economicamente parlando, una settimana di convalescenza mi è costata un sacco di soldi. Ma se non mi vedono alla Borsa ancora per qualche giorno penseranno che voglio andare avanti così e seguire la vecchia linea aziendale "Martelli".
Così quando metterò sul piatto tutto quanto non se la sentiranno di perdere l’occasione e prenderanno le azioni in blocco, a scatola chiusa.
Mia moglie entra in camera e si spoglia.
– Faccio una doccia – dice. – Poi vado a comprare qualcosa per pranzo.
– Uh uh – rispondo. – Certo. Io comunque non ci sarò. Pranzo fuori. Lavoro.
Lei non dice nulla. Prende l’accappatoio ed esce dalla stanza.
Di Anna non le dico niente. La lettera è arrivata due giorni fa.
Nel frattempo le Wiston hanno guadagnato un punto percentuale.
Marta ha già ventisei anni.
Io soltanto ventritrè
Non abbiamo figli. Nemmeno mio padre alla mia età ne aveva, ma erano altri tempi.
Dovremmo già averne almeno due. Noi.
Ancora qualche anno e sarà troppo tardi.
Il mio hobby è dipingere.
Sul comodino c’è la mia pistola nuova. Accanto, il silenziatore.
Lavoro, sempre lavoro.
Quando dipingo mi raffiguro come un fiore appena sbocciato. Con i petali viola.
Lo stelo è grigio.
Nei miei quadri i fiori si protendono verso un fiume in piena che trascina le foglie. Il fiume è rosso.
Le foglie sono blu.
Dipingo sempre lo stesso soggetto, aggiungendo o togliendo, a seconda di come mi sento, i fiori e le foglie.
Non cambio i colori, o la geometria del disegno.
Non mi piace pensare ad un tenue colore da dare al cielo. Per questo lo dipingo sempre di un verde acceso che stride con l’acqua rossa del fiume.
A casa ho almeno tre stanze piene di questi quadri.
Le dimensioni sono diverse.
Una volta una donna, una che ogni tanto dormiva con me, ha detto che dipingo i petali viola perché inconsciamente simbolizzo la mia persona.
Il viola è il colore dei morti.
Lo stelo è grigio perché sono un depresso.
Dopo quel giorno non l’ho più rivista.
Ma non vi sbagliate.
I fiori mi sono indifferenti. Non provo, a guardarli, nessuna sensazione.
Non ne ho mai regalati.
Non ne ho mai ricevuti.
Mi do la forma di un fiore senza un motivo. Come senza un motivo faccio quello che faccio.
I miei occhi sono neri.
Qualcuno, una volta, ha detto che assomigliano a quelli di uno squalo.
Non è vero.
Ma mi sembra che abbia reso l’idea.